LIGHT BOLENTINO

La tecnica che vi descriverò è una via di mezzo tra il drifting ed il classico lancetto ed è comunque un qualcosa che ho adattato/affinato con gli anni e mi ha consentito di effettuare numerose e pregevoli catture, non occorrono grosse e potenti imbarcazioni né è necessario allontanarsi molto da riva, risulta pertanto una tecnica comoda ed alla portata di tutti che regala molto spesso consistenti carnieri.

GENESI
Non potendo rischiare di pescare a scarroccio fui costretto ad ancorarmi e pertanto cercai di scervellarmi per cercare di adattarmi in modo dignitoso a quella sfavorevolissima situazione, calai quindi quasi d’istinto due secchielli di pastura a prua e considerato che la bassa profondità e le chiare acque non mi consentivano di avere speranze con il classico bolentino al di là della cattura di qualche donzella & co. , iniziai ad approntare una paratura leggerissima e con pochissimo piombo che potesse scendere lentamente in acqua mischiandosi agli effluvi della pastura, traendo sufficientemente in inganno i pesci che si sarebbero sicuramente mantenuti a debita distanza. Iniziai quindi a lanciare il più distante possibile ed attendere la calata della paratura, ripulita la minutaglia in zona, dopo circa un quarto d’ora iniziarono le prime boccate di piccoli fasciati, quindi dopo una mezz’oretta comparirono i primi pizzuti di taglia, misti alle occhiate e qualche maggiore. All’imbrunire quindi, dileguatasi la restante minutaglia, le abboccate iniziarono ad essere di tutto rilievo, in calata le occhiate aggredivano avidamente l’esca contendendola alle grosse boghe mentre sul fondo le grosse emozioni venivano dispensate dai saraghi maggiori . Il carniere di quella serata fu di tutto rispetto, potendo contare oltre alla minutaglia rilasciata, 8 pizzuti, 4 maggiori, un pagello e 7 occhiate, tutti di taglia. A quella fortunata esperienza ne seguirono molte altre a tal punto che divenne da allora per me una costante, dedicare le serate con vento di terra a questo tipo di pesca.
IMBARCAZIONE
La tecnica in questione è tesa alla cattura di sparidi (soprattutto saraghi ed occhiate) ed il grosso vantaggio deriva dal fatto che non necessita di grosse ed attrezzate imbarcazioni, una qualsiasi imbarcazione và pertanto bene, dai piccoli tender/open, ai più attrezzati fisherman, ciò perché non risulta necessario allontanarsi molto da riva, anzi i migliori risultati si ottengono proprio sui 7-10 metri di fondale.
CONDIZIONI METEO-MARINE
Le condizioni necessarie si ottengono con un buon vento di terra, ovvero sfruttando una corrente che da terra porti al largo, diversamente, se ci si riesce a piazzare sul cappello di una bassa secca,( 7-10 m.) si potrebbe anche sfruttare qualsiasi altro tipo di corrente, l’importante e che nella scia della corrente vi sia un tratto di mare sufficiente ad incontrare tane ed anfratti di buona entità in modo tale da richiamare verso la barca i pesci di taglia.
MULINELLI CANNE E CO.
Le canne saranno di lunghezza minimo 2 m. e rigorosamente di punta, vanno bene anche vecchie canne da barca leggere alle quali verrà applicato un cimino tipo Vichi abbastanza sensibile e che vi consenti di effettuare dei discreti lanci, il mulinello sarà sufficientemente robusto, filo in bobina 0,25 max e finale dello 0,20 max( più riuscirete a pescare leggero e sottile e meglio sarà), la paratura sarà quella classica da bolentino senza snodi e girelline in modo da essere più leggera possibile, con 2-3 braccioli da 25-30 cm e con piombo finale, avendo l’accortezza di montare il bracciolo più basso molto distante dal piombo per evitare incagli. La piombatura sarà rigorosamente “a perdere”, scegliete voi il modo (piombo fermata da pallino, filo più sottile etcc..) e molto leggera, nel senso che se dovessero necessitare 15 gr. per “sentire” il piombo agevolmente, noi ne metteremo 10 o meno, gli ami saranno del nr. 10-12.
LA TECNICA
Ci si posiziona sui 7-15 metri di profondità max( meglio se fatto con due ancore in modo da non scarrocciare a dx e sin. ) avendo l’accortezza di controllare che la corrente spinga verso una secca ovvero zona rocciosa con anfratti e tane, si cala quindi a fondo la pastura( io per praticità uso quei secchielli di sarda tritata già confezionata ai quali preventivamente avrò fatto qualche buco con il trapano ed inserito nel loro interno 2-3 piombi da 100 gr. i quali avranno sia la funzione di portare velocemente a fondo i secchielli, che quella di smuovere la pastura evitando che si compatti), tenendola sollevata da esso di circa 1 metro. L’esca regina è il gambero di paranza, questo verrà tagliato a pezzetti facendone una buona scorta prima di affrontare la battuta così da averne sia per gli inneschi, sia per calarne qualcuno a mo’ di ulteriore pastura( ricordatevi di lanciarli sempre a monte di corrente in modo che la scia di pastura, i pezzetti di gambero e le vostre parature stazionino grossomodo nello stesso specchio di acqua ). Ecco fatto, dopo aver controllato di essere perfettamente ancorati, la correttezza della corrente e la scia della pastura possiamo iniziare a pescare, pertanto: lanciate più lontano che potete, in direzione della corrente e quindi della scia di pastura, lasciate andare la paratura in calata senza richiudere L’archetto ma sempre attenti che qualche occhiata o pesce di superficie non mangi prima che tocchi il fondo ed appena toccatolo iniziate a recuperare a saltelli ( sollevate e lasciate in calata e così via) tale azione risulterà irresistibile per i saraghi e le occhiate che intorno si saranno radunati. Recuperata la paratura facendo attenzione agli incagli e riprovate a lanciare allo stesso modo, ricordandovi però che i grossi saraghi stazionano sempre a debita distanza dalla barca e mai si avvicineranno ad essa ( data la bassa profondità), mentre distanti si sentono al sicuro ed abboccano con meno diffidenza.