PESCA ALLA BOLOGNESE

La pesca alla bolognese si effettua con delle canne telescopiche ad anelli dotate di mulinello, facendo fare una passata al galleggiante solitamente su di una linea di pesca superiore ai 10 m sino a un massimo di 40 m da riva.è possibile utilizzare questa tecnica anche per la pesca in mare.

L’origine di questo tipo di pesca è storicamente attribuita alla provincia di Bologna.La presenza del mulinello e quindi la possibilitè di lanciare conferiscono alla bolognese una maggiore varietè di tecniche applicabili, permettendo almeno nella fase iniziale di pesca, quando il pesce non è ancora entrato in pastura, di esplorare tutto lo specchio d’acqua, per trovare la giusta distanza e profonditè.La lunghezza ottimale della canna bolognese è tra i 5 e gli 8 metri. Le canne piè robuste, di lunghezza 3,90 – 4,50 metri, si presentano piè adatte a lanciare galleggianti piombati (per la presenza del pasturatore).
Il pasturatore
Sulla canna bolognese si utilizza un piccolo pasturatore, del peso di 5 – 10 grammi, come quello tipico per bigattini, privo perè della sua zavorra, che viene sostituita inserendovi una torpilla (un piombo a forma di goccia, la cui parte piè voluminosa deve essere collocata verso l’amo) il cui peso dovrè essere di 2 grammi inferiore alla portata del galleggiante, in modo tale da tener conto del peso dovuto al pasturatore riempito di pastura o bigattini.
Le prede
Muggini, salpe, boghe e aguglie. Piè raramente: saraghi e spigole. In acque dolci le prede piè comuni sono carpe, amur, pesci gatto, tinche e siluri.